Non vedenti e accessibilità al web

Le persone non vedenti riescono a usare il computer e a navigare su Internet? La risposta a questa domanda è affermativa, ma ovviamente tutto dipende dal ricorso a specifiche tecnologie. Sin dagli anni ’80 del secolo scorso, infatti, sono stati concepiti e messi a punto software e sistemi hardware ad hoc per coloro che hanno disabilità visive. Al giorno d’oggi solo gli utenti di Windows possono usufruire di vari screen reader, mentre la situazione è meno positiva per gli altri sistemi operativi: sia Apple che Linux sono ancora al lavoro per migliorare l’accessibilità dei propri sistemi operativi.

L’esperienza di Mps internet Banking

Un esempio di accessibilità per i non vedenti e per gli ipovedenti in questo ambito è rappresentato dall’aggiornamento di Mps Internet Banking. Il Monte dei Paschi di Siena, grazie alla collaborazione avviata con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha messo a punto un servizio di digital banking che può essere utilizzato dal web o con una specifica applicazione. Le due realtà hanno dato vita a una partnership resa possibile dall’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione. L’accessibilità e l’usabilità del digital banking di Mps sono state notevolmente migliorate.

Che cosa sono i screen reader

Come il loro nome lascia intuire, gli screen reader non sono altro che lettori di schermo, vale a dire applicativi che in genere sono eseguiti nel momento in cui il computer viene avviato. Grazie ad essi gli utenti non vedenti hanno la possibilità di controllare il sistema operativo, in quanto i software convertono in messaggi vocali i testi che vengono mostrati sullo schermo. In un pc multimediale, la scheda audio e le casse relative provvedono a riprodurre la voce sintetizzata, ma in altre circostanze non c’è bisogno di utilizzare la CPU perché ci si serve di dispositivi esterni che sono deputati alla funzione.

Lo schermo braille

Un’altra soluzione che viene messa a disposizione dei non vedenti è il display braille, cioè un dispositivo hardware che si può connettere con il personal computer. Accanto alla funzione di sintesi vocale, che ormai fa parte della totalità degli screen reader odierni, tale device è in grado di riprodurre quello che compare sullo schermo in alfabeto braille. Va detto, tuttavia, che per il momento questo strumento viene usato da un numero contenuto di utenti, perché non tutti i ciechi conoscono l’alfabeto braille. Un’altra questione importante è quella dei costi, perché se un display da 20 caratteri presuppone una spesa di non meno di 1.700 euro, per un display da 80 caratteri si possono toccare i 7.000 euro.

Una normativa farraginosa

A livello normativo, il D.M. Sanità 332/99 impone che gli strumenti di questo tipo vengano messi a disposizione come protesi dalle Asl, e dunque dal Servizio sanitario nazionale, ma va detto che l’apparato legislativo su questo argomento è piuttosto farraginoso, il che vuol dire che non sempre è semplice beneficiare delle agevolazioni previste. Il ricorso a un browser vocale è comunque una valida alternativa rispetto allo screen reader e contempla l’uso di programmi che sono sviluppati appositamente.

La differenza tra uno screen reader e un browser vocale

Lo screen reader è uno strumento per il controllo globale delle applicazioni e del sistema operativo; si differenzia dai browser vocali poiché questi ultimi possono essere impiegati unicamente quando si visitano siti web, o al massimo per effettuare il download della posta elettronica che può essere scaricata da una finestra dedicata del browser.

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