Femtomagnetismo: L’hard disk del futuro? 10 mila volte più veloce

Grazie ad un esperimento condotto presso la Sapienza di Roma è stato possibile dimostrare che in futuro saremo in grado di memorizzare dati a velocità incredibilmente superiori a quelle odierne.

I risultati sperimentali della ricerca hanno rivelato che l’hard disk del futuro sarà diecimila volte più veloce, una rivelazione che le ha fatto conquistare una pubblicazione su Nature Photonics. Secondo Tullio Scopigno, docente di Fotonica presso il dipartimento di Fisica della Sapienza e coordinatore della ricerca, “la possibilità di manipolare le proprietà magnetiche di un materiale” sarebbe “alla base di moltissime applicazioni nella vita di tutti i giorni, come quella di memorizzare informazioni sull’hard disk del proprio computer”.

Questo processo è stato realizzato mediante l’utilizzo di testine magnetiche di lettura/scrittura, in grado di alterare l’orientazione relativa dei campi magnetici tra diversi domini all’interno di un materiale. Così facendo, all’energia elettrostatica viene fornito un contributo, ovvero un’energia di scambio, che codifica il bit di informazione. I risultati sperimentali ottenuti nei Laboratori Femtoscopy dal gruppo di ricercatori della Sapienza, i quali hanno lavorato a stretto contatto con la Radboud University di Nijmegen e il Politecnico di Milano, hanno permesso di dimostrare come sia possibile modificare direttamente l’energia di scambio, senza dover necessariamente alterare la struttura magnetica del materiale.

Mediante l’utilizzo di impulsi laser di durata brevissima, quantificabile in miliardesimi di milionesimo di secondo, è stato possibile riscontrare un aumento dell’energia di scambio, e questo per un tempo limitato alla durata dell’impulso stesso. Un processo dunque estremamente più rapido di quello ottenibile applicando un campo magnetico esterno.

La ricerca dimostra quindi che in futuro sarà possibile raggiungere una velocità di scrittura e memorizzazione incredibilmente superiore a quella attuale. Ad oggi il record di densità d’informazione su supporto magnetico si attesta a 125 Tera bit per pollice quadrato, ed è dunque 50 milioni di volte maggiore rispetto al primo prototipo di hard disk dell’IBM del 1956.

“Il risultato sperimentale ottenuto costituisce un importante passo avanti nella comprensione del femtomagnetismo, in particolare di quei fenomeni magnetici ultraveloci che non prevedono riscaldamento e dissipazione – aggiunge Scopigno, – e apre nuove prospettive applicative verso la memorizzazione di dati a velocità diecimila volte superiori a quelle realizzabili con le attuali tecnologie”.

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