Google Map: perché è difficile entrarci da Google?

Scopriamo perché entrare su Google Map da Google è così complicato. Il mercoledì 6 marzo, è diventato effettivo il nuovo regolamento europeo riguardante i “mercati equi e competitivi nel settore digitale”, noto comunemente come “Digital Markets Act” (DMA). Si tratta di una serie di normative di rilevanza che altereranno in parte il modo in cui gli individui nell’Unione Europea usufruiscono dei servizi online forniti dalle principali aziende digitali come Alphabet (la società madre di Google), Amazon e Meta. L’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sul mercato digitale mira a preservare la concorrenza in ambito digitale.

Google Map difficile da cliccare su Google per il nuovo regolamento UE

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Il regolamento richiede alle grandi società tecnologiche di non favorire i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza. Ad esempio, non devono mostrare esclusivamente link diretti a Google Maps nella pagina dei risultati di ricerca di Google, poiché ciò potrebbe danneggiare altre società che offrono servizi simili di mappe digitali. L’applicazione del DMA giunge dopo anni di dibattiti e controversie, con proteste da parte delle grandi piattaforme che temono di subire perdite di entrate, e critiche da parte delle aziende più piccole, le quali ritengono le restrizioni imposte dal nuovo regolamento non sufficienti.

Il DMA è stato creato per regolamentare meglio la posizione dominante di alcune delle più grandi aziende attive su Internet, allo scopo di evitare che abusino del loro potere per danneggiare la concorrenza e creare monopolî. Il regolamento ha introdotto una serie di criteri per identificare quando un’azienda digitale diventa un “gatekeeper”, ovvero una società con maggiori responsabilità nel garantire un accesso equo alla concorrenza nei settori in cui opera.

Il regolamento UE che influisce su Google Maps e non solo

Per definire i gatekeeper vengono valutate due condizioni principali: la società deve operare in almeno tre Stati dell’Unione Europea e avere generato ricavi di almeno 7,5 miliardi di euro in ciascuno degli ultimi tre anni, oppure avere un valore di mercato medio di 75 miliardi di euro nell’ultimo anno fiscale. Inoltre, i servizi dell’azienda devono essere stati utilizzati da almeno 45 milioni di persone ogni mese e da 10.000 clienti aziendali negli ultimi tre anni.

Questi criteri sono stati formulati in modo da includere principalmente le grandi aziende digitali statunitensi nell’ambito dei gatekeeper. Attualmente, i gatekeeper designati sono sei, cinque statunitensi e uno cinese: Alphabet (la società madre di Google), Microsoft, Meta (la società madre di Facebook e Instagram), Apple, Amazon e ByteDance (la società cinese di TikTok).

Secondo il DMA, ogni gatekeeper fornisce servizi essenziali, fondamentali per l’esperienza online di molte persone, spesso integrandoli tra loro e rendendo difficile l’uso di servizi esterni. Pertanto, i gatekeeper devono separare alcuni dei propri servizi e introdurre nuove funzionalità e opzioni che saranno valutate dalle autorità europee nei prossimi mesi.

Le recenti modifiche apportate dai gatekeeper includono nuove opzioni per l’utente, come la possibilità di scegliere tra diversi servizi e la condivisione dei dati attraverso le diverse piattaforme. Tuttavia, le reazioni degli utenti e le azioni delle autorità europee potrebbero portare a ulteriori cambiamenti nel prossimo futuro.

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